Giannini

500 Elettrica

1966

La costruzione Meccanica GIANNINI esplora nuove tecniche in materia di motorizzazione, infatti Giannini desidera concepire un motore non inquinante con consumo bassissimo.

1967

Roma l'estate : una Fiat 500 bianca esce delle officine Giannini. Questa Fiat 500 d'aspetto qualunque, stessa configurazione, stesso assetto, non porta alcun dettaglio esteriore che permette di distinguerla con le altre 500. Però, quando si muove, si tradisce ! un silenzio non abituale per una Fiat 500 uscendo da Giannini. Al contrario, solo un leggero fischio e qualche rumore meccanico nelle fermate. Giannini aveva concepito la prima 500 elettrica.

E propulsata da un motore di 3 kw in 48 V tramite a una batteria di accumulatori. Per questo, Giannini prova di non troppo modificare la disposizione meccanica originale. Deve dunque adattare questo motore nella stessa posizione longitudinale che il bicilindro. Sara anche accopiato ad un cambio di Fiat 500 da cui solo il differenziale di origine sarà conservato. Gli accumulatori sono disposti 2 per 2 : 2 affianco il motore, 2 nel cofano anteriore e 2 a destra del sedile posteriore.

Al livello della guida, Giannini simplifica al massimo il pilotaggio : un pedale di acceleratore collegato ad un reostato ed un pedale di freni. La 500 Giannini elettrica pesa 530 kg (30 di più della cugina a benzina).

Lo scopo per Giannini era di lanciare la macchina ideale per le città : non inquinante, per piccoli tragitti e silenziosa ! di velocità massima di 50 km/h, soffre di una troppo piccola autonomia (100 km). Questa debolezza é dovuta al fatto che solo gli accumulatori al piombo furono autorizzati. Però, essa servi di vetrina tecnologica della firma romana senza conoscere la commercializzazione.

Ritorno